Crosetto tuona: "Il passaggio di personale non sarà limitato a casi clinici gravi, ma sarà esteso"
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Crosetto tuona: “Il passaggio di personale non sarà limitato a casi clinici gravi, ma sarà esteso”

Guido Crosetto

Il ministro Crosetto ha deciso la ripresa della missione EUBAM Rafah, coinvolgendo i Carabinieri, dopo consultazioni con Meloni e Tajani.

In un momento delicato per gli equilibri mediorientali, l’Italia sceglie di tornare a svolgere un ruolo attivo nella missione di osservazione EUBAM Rafah, che interessa il principale valico tra la Striscia di Gaza e l’Egitto. A confermarlo è il ministro della Difesa Guido Crosetto, che ha annunciato pubblicamente di aver autorizzato il Capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Portolano, alla ripresa delle attività italiane nell’area.

Guido Crosetto
Guido Crosetto – newsmondo.it

La decisione politica e il ruolo dei Carabinieri

Il ritorno dell’Italia al confine fra Gaza e l’Egitto è il frutto di una riflessione condivisa ai vertici del governo. “Lo annuncia lo stesso ministro spiegando di aver preso la decisione dopo essersi sentito e confrontato con la presidente del Consiglio Meloni e con il Ministro Tajani e ‘a seguito di una valutazione sulle condizioni di sicurezza operata del Comando Operativo di Vertice Interforze’.”

L’Italia parteciperà con personale dei Carabinieri, come già avvenuto in passato, in supporto alla missione dell’Unione Europea, sospesa durante le fasi più intense del conflitto. La ripresa delle operazioni è prevista a breve.

Cosa accadrà dal 14 ottobre 2025

Come riportato da ansa.it, le attività della missione ripartiranno in modo coordinato. “Il valico di Rafah, in data 14.10.2025 nel rispetto dell’accordo Trump, in coordinamento fra Unione Europea e le parti, verrà aperto alternativamente su due direzioni in uscita verso l’Egitto ed in entrata verso Gaza – dichiara Crosetto – Domenica 12 ottobre inizieranno le operazioni di rilascio degli ostaggi israeliani ed il rilascio di prigionieri palestinesi.”

Il ritorno italiano avviene in un contesto logistico delicato. “Gli israeliani stanno provvedendo a ripristinare in tempi brevissimi la funzionalità logistica dell’infrastruttura del valico – spiega il ministro – Affluiranno da altri valichi (non-Rafah) circa 600 autoarticolati di aiuti umanitari al giorno dentro Gaza.”

Un dato rilevante riguarda il passaggio delle persone. “Il passaggio di personale non sarà limitato a casi clinici gravi, ma sarà esteso a chiunque lo vorrà (previo concorde parere di Israele ed Egitto).”

Questa apertura, se confermata operativamente, potrebbe rappresentare un importante passo avanti per la gestione dei flussi umanitari, con un impatto significativo sulla popolazione civile e sulle dinamiche diplomatiche. Il coinvolgimento diretto dell’Italia indica una volontà politica chiara di contribuire a una stabilizzazione concreta e monitorata sul campo.

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ultimo aggiornamento: 10 Ottobre 2025 12:37

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